Dopo un periodo di pausa durato qualche anno, “2012” ha segnato il ritorno di Roland Emmerich a quello che è il suo genere, ovvero i “disaster movies” tanto cari al cinema hollywoodiano: il regista tedesco ha firmato, in collaborazione con Harald Kloser, la sceneggiatura di questo film catastrofico del 2009, i cui diritti sono stati ceduti successivamente alla Sony in vista della commercializzazione.
SULLA SCIA DI “INDEPENDENCE DAY” – Prodotto dalla Columbia Pictures, “2012” trae spunto da una celebre profezia contenuta nel calendario Maya, secondo la quale il 21 dicembre del 2012 era la data designata per la fine del mondo. Emmerich, forte di un budget di 200 milioni di dollari e della supervisione degli effetti speciali da parte della Sony Pictures Imageworks, ha dato vita a un blockbuster dall’azione adrenalinica, capace di rinverdire i fasti di “Independence Day” (1996), la sua pellicola più famosa.
IL BACKGROUND NARRATIVO – Gli eventi narrati cominciano dal 2009, quando lo scienziato Adrian Hemlsley (Chiwetel Ejiofor) constata un surriscaldamento del nucleo terrestre. Contrariamente alle previsioni, il fenomeno comincerà a mostrare i suoi terribili effetti nel giro di pochi anni e così, in gran segreto, le potenze mondiali organizzano un piano di salvataggio per 3 milioni di esseri umani mediante delle astronavi sullo stile di “arche di Noè”: tre anni dopo, nel 2012, le vicende della catastrofe incipiente si intrecceranno con quelle di Charlie Frost (Woody Harrelson, nei panni di un visionario conduttore radiofonico) e soprattutto di Jackson Curtis (John Cusack), scrittore di fantascienza in disarmo.
UN CATASTROFISMO “DAL VOLTO UMANO” – Ed è da qui che prendono il via le due ore e mezza di questo kolossal dai toni messianici, nel quale Emmerich mette a punto un vero e proprio meccanismo a orologeria che non dà respiro allo spettatore fino al concitato finale. La fascinazione che il regista di Stoccarda ha da sempre per le grandi apocalissi (rilette in chiave fantascientifica) trova qui esemplificazione in una trama che riesce a mescolare bene la componente “action” alla giusta dose di sentimentalismo, specie quando Jackson Curtis, suo malgrado, si ritroverà a vestire i panni dell’eroe per riuscire a salvare la sua famiglia. In realtà, sotto la patina da videogame catastrofico, il film porta in scena anche le tensioni e le paure dell’uomo post-moderno, alle prese con miti arcani (il Diluvio Universale) e prospettive di salvezza “new age”, puntualmente oggetto di una pungente satira all’interno della stessa pellicola.
Potete approfondire tutte le schede dei film e dei programmi tv stasera compreso 2012 dove Emmerich ha confezionato un prodotto godibile che punta certamente sull’intrattenimento spettacolare ma che, tra una scena di devastazione e l’altra, restituisce una notevole profondità psicologica ai personaggi, allontanandosi così dal canone dei “disaster movies” hollywoodiani in cui l’inconsistenza dello script è spesso sepolta sotto una pioggia di effetti speciali.