Nuovo disastro ambientale nel Golfo del Messico. Non si contano gli sversamenti di petrolio in acqua tra il Centro ed il Nord America: una zona caratterizzata da un’intensa attività estrattiva. Una serie di sversamenti che stanno mettendo sempre più alla prova la vita in una vasta area dell’oceano. E’ del 12 maggio l’ultimo imponente sversamento di petrolio in acqua, dovuto, questa volta, ad un malfunzionamento della piattaforma della Shell “Brutus2. Sono 340mila i litri di greggio finiti nell’oceano con un danno alla fauna dell’area difficilmente quantificabile.
Una grande marea nera si è espansa in poche ore per migliaia di chilometri anche se le correnti, per ora, hanno impedito al petrolio di raggiungere le coste della Louisiana. Nel frattempo una significativa quantità di greggio, a detta della Shell, è già stata recuperata e nuovi sforzi saranno messi in campo, a breve, per ridurre l’impatto ambientale. Era il 2010 quando un altro incidente riversò nelle acque del Golfo del Messico migliaia di barili di petrolio; una quantità impressionante di greggio che raggiunse, in poco tempo, le coste degli stati meridionali degli Usa con conseguenze terribili per gli animali dell’area.