Uccelli “polari” nel Salento? Sembra incredibile come la fauna in poche decine di migliaia di anni abbia subito trasformazioni così radicali, anche nel nostro paese. In un’epoca risalente al Paleolitico, cioè tra i 10 ed i 15 anni fa, le condizioni climatiche rendevano le coste del Salento adatte anche ad animali che oggi vivono nelle aree fredde della Siberia centrale o, come nel caso dell’alca impenne, dei corrispettivi dell’Emisfero settentrionale degli odierni pinguini. L’alca impenne o pinguinus impennis, era un uccello dalle dimensioni simili ai pinguini del Polo Sud scomparso nel XIX secolo, a seguito della Piccola Era Glaciale, un periodo che va dal XIV all’ottocento.
La presenza, nel Paleolitico, di questi animali è da ricondurre alle condizioni climatiche che, in quel periodo, coinvolgevano anche il nostro paese con temperature fredde e rare precipitazioni. Un ambiente ostile all’uomo, ma adatto ai pinguini che, nel XIX secolo, ancora popolavano le rive di piccole isole del Nord Atlantico, dell’Islanda, del sud della Groenlandia fino al Canada. Ad essere analizzati dagli esperti sono i ritrovamenti nella Grotta Romanelli, un importante giacimento che mostra un interessante spaccato della preistoria salentina con punte di lancia composte da ossa di animali di piccole dimensioni, come il pinguino, o altri utensili appartenenti agli uomini del tempo (Neanderthal e Sapiens).