Quello che si profila in Amazzonia è un disastro ambientale ed umanitario di proporzioni colossali. Il governo, a seguito di un progetto volto all’aumento della produzione elettrica, ha promosso la costruzione di oltre quaranta dighe, nella foresta pluviale dell’Amazzonia. Una serie di grandi opere che porteranno ad un vero e proprio stravolgimento dell’ambiente e del clima dell’area. Dighe dalle dimensioni spaventose sono già in via di realizzazione sul fiume Jamanxim ed a São Luiz do Tapajós con un’altezza di 53 metri ed una lunghezza di ben sette chilometri e mezzo. Quest’ultima imponente struttura sommergerà un’area pari a quattrocento chilometri di foresta pluviale, per una deforestazione che, in totale, toccherà ben 2.200 chilomeri quadrati di un’area fino ad ora del tutto incontaminata.
Saranno gli Munduruku a pagare il prezzo maggiore con inondazioni di numerosi insediamenti abitativi e di aree considerate sacre. Sono oltre 1.400 gli indigeni che potrebbero essere spazzati via dopo secoli di insediamento nel loro ambiente mentre non si contano le specie vegetali, più uniche che rare, che potrebbero essere cancellate per sempre dal nostro pianeta. Per ora l’Istituto Brasiliano per le Risorse Ambientali, ha bloccato, in via temporanea, l’opera, anche se non è affatto detto che la realizzazione delle dighe non avvenga regolarmente, come già avvenuto nel recente passato, in altre zone del Brasile.