Sono passati trentuno anni dal disastro nucleare di Chernobyl. Il più grave incidente nucleare della storia, avvenuto nel 1986, ha costretto gli abitanti della zona ad abbandonare e proprie case. Nessuna traccia di presenza umana per tre decenni in un’ampia zona nel nord dell’Ucraina, al confine con la Bielorussia. Ma a dispetto del grave avvenimento che ha segnato per sempre l’area di Chernobyl, la vita ha ripreso a pullulare nella città fantasma. Non più uomini, ma animali; dai lupi al cane procione fino alle volpi, vari esseri viventi hanno preso possesso, insieme alla vegetazione, di un’area in passato densamente abitata.
Una serie di telecamere installate da un gruppo di ricercatori dell’Università americana della Georgia, ha permesso di scrutare lo scorrere della vita, non più ”umana” a Chernobyl, trentanni dopo. L’altissima presenza di radiazioni non ha impedito alle più svariate specie animali di popolare la zona provando come la diffusione della fauna non sia condizionata in alcun modo dalle onde elettromagnetiche. Lo studio si è concentrato essenzialmente sui carnivori visto che, per la loro posizione nella catena alimentare, subiscono maggiormente la contaminazione dell’ambiente.