Un rilievo di un metro e mezzo scolpito sul basalto raffigurante un dio fino ad ora sconosciuto, sta facendo interrogare gli archeologi di tutto il mondo da due anni. Si tratta di una figura maschile con una folta barba che emerge da un calice, contornato da foglie ed accompagnato da simboli che rimandano al mondo astrale. Una serie di elementi misteriosi ed inediti per l’epoca romana. Il ritrovamento è avvenuto nella regione di Gaziantep, all’estremo sud dell’Anatolia ed a pochi chilometri dalla Siria in un tempio dedicato a Giove Dolicheno: una struttura di oltre duemila anni sulla quale è stato costruito successivamente un monastero cristiano circondato da mura dell’Età del ferro.
Proprio a questa antichissima epoca potrebbe risalire il culto del dio sconosciuto. E’ la posizione delle braccia e le caratteristiche della barba a rimandare ad un lontanissimo passato. Una misteriosa devozione che avrebbe resistito un secoli, fino all’arrivo dei Romani. Si tratta di una testimonianza preziosissima sulla religione delle popolazioni orientali, centinaia di anni prima di Cristo. Secondo una datazione comunemente accettata l’Età del ferro ha avuto inizio verso la fine del secondo millennio per terminare con l’avvento dell’Ellenismo nel 323 a.C.