Magnesio, calcio, ferro, ossigeno e silicio: sono i componenti della polvere interstellare. La “ricetta” è stata rivelata dalla sonda dell’Agenzia Spaziale Europea Cassini, la missione in orbita alla scoperta di Saturno. La scoperta è avvenuta grazie allo studio di trentasei grani di polvere rinvenuti dalla sonda. Lo studio, coordinato Nicolas Altobelli dell’Esa, è stato pubblicato sulle pagine della rivista Science. L’analisi della polvere interstellare è stata possibile grazie ad un particolare apparecchio: il Cosmic Dust Analyser in grado di raccogliere ed analizzare i più piccoli granelli presenti nello spazio. Si tratta, in sostanza, di una specie di retina che, una volta attivata, riesce a catturare i piccolissimi frammenti di polvere che vagano nell’immensità del cosmo.
I risultati della ricerca superano di gran lunga le aspettative visto che erano sette i granelli di polvere che, secondo le previsioni, sarebbero stati catturati. Il lancio della missione, avvenuto nel 1997, aveva il preciso obbiettivo di studiare gli anelli di Saturno e il suo intricato sistema di satelliti. Uno dei risultati maggiori della sonda Cassini è quella di aver visitato da vicino Titano, uno dei satelliti più interessanti dell’interno Sistema Solare. Era il 14 gennaio del 2005 quando Huygens si staccò dalla sonda madre per atterrare sulla luna con la trasmissione di immagini e rumori del satellite.