La sonda giapponese Akatsuki della Japanese Aerospace Exploration Agency (JAXA) che è riuscita ad entrare nell’orbita di Venere il 7 Dicembre 2015, ha iniziato ad inviare i primi dati relativi al secondo pianeta più vicino al Sole. Dopo una missione fallita nel 2010, quando non venne inserita correttamente nell’orbita del pianeta, il satellite artificiale è finalmente riuscito ad indagare la parte esterna del corpo celeste, come riportato dalla rivista settimanale ‘Nature’. Le prima immagini, ricevute attraverso la telecamera ad infrarossi IR2 e prese da una distanza di circa 100.000 km dalla superficie di Venere, indicano che nell’atmosfera di Venere sono presenti alcune nuvole di acido e dei mantelli composti da acido solforico che cambiano dimensione, raggruppati in un arco che passano da un polo all’altro periodicamente.
Gli scienziati sono ora incuriositi dal fatto che il movimento delle nuvole sembra essere coordinato con la rotazione della superficie del pianeta, piuttosto che con il movimento del suo ambiente, che è molto più veloce. L’obiettivo principale della missione della sonda Akatsuki è quello di indagare l’atmosfera di Venere e ottenere prove tangibili circa la presenza di attività vulcanica.