Per molti anni le misteriose spirali presenti nel deserto del Perù hanno lasciato perplessa l’intera comunità di archeologi; ma i ricercatori ritengono che forse il mistero delle bizzare spirali Nazca, note come Puquios, grazie all’ausilio dati e immagini satellitari, sia stato finalmente risolto. Hanno infatti riferito che i fori facevano parte di un complesso e sofisticato sistema idraulico che ha permesso all’antica civiltà Nazca di recuperare l’acqua dalle falde acquifere sotterranee. La cultura Nazca, che fiorì intorno al I secolo d.C., è molto famosa per la creazione dei vasti geoglifi su di un paesaggio uniforme, noti come ‘linee di Nazca‘. Rosa Lasaponara, presso l’Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale, in Italia, riferisce che i fori sembrano aver permesso ai Nazca di sopravvivere in una regione notoriamente c0lpita dalla siccità, spesso anche prolungata.
Ha altresì riferito che l’acqua ha disegnato nella superficie, col tempo, dei fori a forma di imbuto, trasformando la zona in un paesaggio fiorente in grado di sostenere persino l’agricoltura. “Molto probabilmente questo sistema è risultato anche più sviluppato di quanto non appaia oggi”, riferisce Lasaponara. “Sfruttando un approviggionamento di acqua inesauribile per tutto l’anno – prosegue la studiosa – il sistema Puquios ha contribuito in maniera sensibile ad un’agricoltura intensiva nelle valli in uno dei luoghi più aridi del mondo”. Gli archeologi hanno a lungo sospettato che i Puquios siano stati utilizzati come parte integrante di un sistema di acquedotto, anche se la loro comprensione resta ancora in generale incompleta.