Anche se la sonda Rosetta ha sempre scattato foto assolutamente affascinanti della cometa 67/P in bianco e nero, i nuovi dati hanno ora rivelato che la cometa ha di recente subito un mutamento nella colorazione. Dopo mesi di monitoraggio gli scienziati hanno infatti osservato, per la prima volta, come il calore del Sole può modificare la composizione della superficie di una cometa. In un periodo complessivo di tre mesi, infatti, la sonda Rosetta dell’Agenzia Spaziale Europea ha registrato una variazione di luminosità piuttosto marcata, più di un terzo rispetto ai mesi precedenti. Rosetta, lo ribadiamo ancora una volta, è stata lanciata nello spazio nel 2004 ed ha raggiunto dopo diversi mesi la cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko, nota anche come Churi.
La sonda Rosetta ha iniziato a rilevare i primi cambiamenti nella luminosità soprattutto nella parte della cometa maggiormente esposta al Sole grazie al Thermal Imaging Spectrometer visibile ed infrarosso; la fotocamera ha costantemente monitorato i cambiamenti della luce riflessa dalla superficie in un ampio intervallo di lunghezze d’onda del visibile e dell’infrarosso. Ora questi dati, raccolti tra l’agosto e il novembre del 2014, sono stati segnalati e studiati in maniera ancor più approfondita. Il cambiamento di colore indica che ci sono sottili cambiamenti nella composizione dello strato esterno della cometa; “l’evoluzione della proprietà di superficie con l’attività solare non è mai stata osservata da una missione cometaria e infatti è proprio l’obiettivo primario della sonda Rosetta”, riferisce Matt Taylor, dell’ESA.