Sta per iniziare uno studio assolutamente senza precedenti del cratere Chicxulub (Messico), il luogo ove cadde l’asteroide che potrebbe aver causato l’estinzione dei dinosauri. La missione sta per avere inizio; la nave Mirto, cui viaggiano numerosi scienziati provenienti da svariate parti del mondo (Stati Uniti, Regno Unito, Messico) ha già raggiunto il luogo ove nel corso di questa settimana verrà effettuata la perforazione del cratere. La nave, che funzionerà anche come piattaforma per gli scavi, è caratterizzata da tre appoggi sul fondo dell’oceano poco a nord della città di Merida, 30 km al largo della costa della Penisola dello Yucatan. Il compito degli scienziati è quello di perforare circa 1.500 metri nel fondo del mare e raggiungere il cuore del cratere. In un primo momento i ricercatori dovranno attraversare circa 600 metri di sedimenti oceanici che, come ribadito, hanno coperto la zona nel corso degli ultimi 66 milioni di anni (dal momento in cui avvenne l’impatto dell’asteroide sulla Terra). Dovranno poi scavare altri 900 metri nel cratere stesso ed estrarre un unico materiale che non è mai stato osservato prima d’ora dagli esseri umani.
Con questi campioni gli scienziati sperano di ottenere due risposte principali ed importanti: per prima cosa si potrà conoscere quella che è l’entità dell’impatto di un corpo celeste avente un diametro di circa 18 km e calcolare altresì quanta materia è stata sollevata in aria dopo l’impatto. Secondo una recente ipotesi queste rocce sono rimaste per anni intrappolate nella stratosfera, bloccando i raggi del sole e causando un raffreddamento climatico estrameente notevole (che avrebbe poi causato l’estinzione dei dinosauri). I ricercatori stimano che la perforazione avrà una durata di due mesi e i lavori dovebbero concludersi entro fine Giugno (prima dell’inizio della stagione degli uragano nella zona). Secondo recenti studi il cratere ha una larghezza di circa 100 km e una profondità di 30 km, anche se il limite potrebbe essere addirittura di 200 km.