La materia oscura comprende fino a cinque sesti della materia totale presente nell’Universo e svolge un ruolo di assoluta importanza nella formazione e nell’evoluzione della struttura delle galassie. Nonostante le numerose prove e i risultati circa la sua esistenza, la natura fisica della materia oscura resta ancora un’incognita e un mistero per tutti gli scienziati. Ora un nuovo studio recentemente pubblicato sulla rivista Physical Review Letters, suggerisce che le particelle subatomiche della materia oscura potrebbero in realtà risultare talmente dense da potesi trasformare in piccoli buchi neri. Prendendo in considerazione l’effetto di gravità gli scienziati possono stimare quello che potrebbe essere il legame aggiuntivo per permettere alle galassie di mantenere sempre la propria caratteristica; in questo senso la materia oscura misteriosa ed invisibile potrebbe intervenire anche in questo caso, per evitare che le galassie stesse subiscano degli ‘strappi’.
Spesso si suppone che la materia oscura consista nella presenza di particelle aventi la stessa massa, ma interagendo molto debolmente con la materia stessa; e non è tutto, perché il suddetto studio descrive anche un nuovo modello matematico, suggerendo che le particelle di materia oscura potrebbero essere qualcosa di ancor più misterioso. Si tratterebbe di particelle subatomiche incredibilmente dense, che potrebbero di fatto essere apparse addirittura durante il Big Bang. Subito dopo la forte esplosione c’è stata una fase nota come ‘inflazione cosmica’, o espansione ultraveloce nell’universo; proprio durante questa inflazione l’universo si è raffreddato in maniera considerevole. Proprio in questa fase la nascita di queste particelle avrebbe lasciato un’impronta sulla radiazione cosmica, probabilmente rilevabile anche dalla Terra.