Giovani ed adulti, ormai, sono alle prese con quella che è divenuta, con il tempo, una vera e propria dipendenza dai social netework. I ricercatori, attraverso una nuova ricerca pubblicata di recente, sostengono che questo meccanismo è molto più sviluppato di quanto si pensasse. Più tempo le persone utilizzano i social netowork, più alto è il rischio di intercorrere in malattie mentali come la depressione. Questo quanto riferito da un gruppo di ricercatori dell’Università di Pittsburgh School of Medicine. In particolar modo viene spiegato come i siti definiti ‘social media’ (come ad esempio Facebook o Twitter) possono alimentare dipendenze da internet molto accentuate, determinando il progressivo insorgere della patologia psichiatrica associata alla depressione.
Questi risultati potrebbero guidare gli interventi clinici e sanitari per affrontare al meglio i sintomi legati alla depressione stessa; “considerando che i social network sono ormai diventati una componente integrata nell’interazione umana, è importante per i medici riconoscere nelle persone quello che è il punto di equilibrio per favorire il potenziale uso positivo di questi strumenti, prima che diventi un problema di difficile realizzazione”, spiega Brian Primack, direttore del centro di ricerca sui media, la tecnologia e la salute.”E’ altamente probabile che le persone già depresse si rivolgano ai social network per riempire il vuoto”, aggiunge Lui Yi Lin dell’Università di Pittsburgh e autore principale dello studio. La ricerca ha inoltre dimostrato che impegnarsi in attività di poco conto sui social network può dare una sensazione di ‘tempo sprecato’, che può infuenzare negativamente l’umore di una persona. E non solo, perchè trascorrere troppo tempo sui social network può aumentare il rischio di esposizione al cyberbullismo o ad altri tipi di interazioni negative simili che, col tempo, possono provocare sensazioni anche marcate di depressione.