La dipendenza dai social network, in questo caso da Facebook e da Twitter, in particolare, causa la riduzione del nostro cervello e l’evoluzione per adattarsi al mondo che ci cironda. Questo quanto riferito da Bruce Hood, un rinomato psicologo sperimentale, docente di Psicologia dello Sviluppo presso la Società universitaria di Bristol (UK). Lo scienziato, in particolar modo, ha spiegato che il cervello umano ha cominciato a subire un progressivo e lento declino circa 20.000 anni fa, proprio alla fine dell’ultima era glaciale. Anche se i ricercatori hanno teorizzato che questo potrebbe essere il risultato di un cambiamento climatico o nutrizionale, Hood ritiene invece sia stato causato da “domesticazione”.
Lo scienziato spiega che dopo l’ingresso nelle comunità umane della cosiddetta “intelligenza di gruppo” è venuta via via sempre meno la necessità di imparare tutto da zero. L’autore di numerosi libri di scienze cognitive ha indicato che le dimensioni del cervello non riflettono il livello di intelligenza di un individuo e, soprattutto, non indicano un approccio sociale diverso di quest’ultimo. Hood rileva inoltre che ogni like su Facebook e ogni retweet su Twitter rilasciano endorfina, che crea una sensazione di soddisfazione: “questi social hanno un gran potere sul nostro desiderio naturale di affermazione da un gruppo più grande”, riferisce lo psicologo.