L’obiettivo delle terapie convenzionali per il cancro, nel corso degli ultimi 60 anni, è stata l’eliminazione delle cellule tumorali. Per ottenere questo i pazienti sono stati sottoposti a dosi massiccie di radiazioni e chemioterapia, nonché di chirurgia radicale. Spesso, nonostante le terapie intensive altamente tossiche, il paziente muore di malattia o a causa di complicazioni associate alla terapia; ma un nuovo studio cercherà ora di combattere il cancro in un modo diverso. Il nuovo metodo, la cui ricerca è stata di recente pubblicata sulla rivista Science Translation Medicine, parte dalla teoria dell’evoluzione darwiniana; gli scienziati ritengono infatti che le cellule tumorali tendono a svilupparsi come un ecosistema che deve essere controllato per prevenire la crescita incontrollata. Il principale svantaggio del trattamento standard (la chemioterapia) è che alcune delle cellule tumorali possono resistere e sopravvivere ai farmaci.
Dopo la terapia queste cellule crescono rapidamente e il tumore ricompare; pertanto gli scienziati hanno deciso di ridurre le formazioni maligne basate sul fatto che in questo modo sopravvivono tutti i tipi di cellule e quella più aggressiva non “occuperà” tutto lo spazio del tumore. I ricercatori hanno testato questo metodo su alcuni topi con vari tipi di cancro al seno; la chemioterapia, infatti, non ha aiutato granchè, il tumore è infatti ricomparso subito dopo il trattamento. Nella seconda fase i roditori hanno ricevuto dosi massiccie di farmaci, man mano riducendole con il passare del tempo. Questa nuova terapia, di fatto, nel 60% dei casi non ha prodotto la ricrescita del tumore.