Il segnale generato dalla fusione di due buchi neri registrato lo scorso 14 settembre potrebbe essere solo un “antipasto” rispetto a quanto ci attende da qui ai prossimi tre mesi; è questo il tempo che servirà, molto probabilmente, per completare l’analisi degli innumerevoli dati raccolti dall’interferometro Ligo negli Usa tra il mese di novembre e il mese di gennaio. I ricercatori delle collaborazioni internazionali Ligo e Virgo li stanno vagliando in maniera attenta ed accurata, per cercare nuovi segnali, aperti ad ogni genere di sorpresa. Lo riferisce Matteo Barsuglia, un ricercatore presso il laboratorio di Astroparticelle e cosmologia (Apc) del Consiglio nazionale delle ricerche francese (Cnrs) a Parigi, ove coordina il gruppo che contribuisce allo sviluppo del progetto Virgo e all’analisi dei dati Ligo-Virgo.
”Si stanno svolgendo delle ricerche che spingono soprattutto in due direzioni”, spiega Barsuglia, a margine di un incontro sulle onde gravitazionali organizzato dal Politecnico di Milano. ”Da una parte stiamo studiando i dati alla ricerca di segnali specifici, come quelli generati dalla fusione dri buchi neri o di stelle di neutroni, che sono più brevi, oppure quei segnali prodotti dalle pulsar, che sono altredì più continui, come ad esempio delle note musicali. ”L’integrazione del rivelatore Virgo sarà invece completata intorno alla fine di aprile – continua Barsuglia – da quel momento cominceremo poi quella che è la messa a punto di ciascun componente, che entro la conclusione dell’anno ci porterà ad avere una sensibilità sufficiente per partecipare alla seconda presa dati con i laboratori del Ligo”.