Di studi dentistici a Bari ce ne sono tanti, ma come si fa ad individuarne uno valido?
Per chi non è del mestiere è un compito arduo. Certo vale il passaparola, vale il fatto di chiedere in giro, di informarsi anche tramite internet, ma se non voglio dare ascolto a quello che può essere il parere altrui e affidarmi esclusivamente al mio intuito e al mio giudizio, come posso fare?
Prima di tutto, volendo impostare dei criteri di selezione, è bene accertarmi circa la regolare iscrizione del dentista in questione all’albo degli odontoiatri presso l’ordine dei medici, e qui può essermi di grande aiuto internet. Di falsi medici, sopratutto dentisti ce ne sono parecchi e se ne sentono di cotte e di crude quindi, per evitare spiacevolissime sorprese, meglio spendere un po’ di tempo ma risparmiare in termini di salute e di denaro.
Gli studi dentistici a Bari: cosa valutare
Sarà doveroso dare peso alla prima visita, ovvero al momento in cui il dentista si informa e raccoglie tutti i dati medici e odontoiatrici del paziente, presta attenzione alle sue richieste e formula una diagnosi, corretta si spera, e propone potenziali trattamenti da eseguire. Tale visita, che dura circa un’ora in media, non può essere gratuita!
Anche le terapie canalari e le otturazioni estetiche richiedono tempo, non meno di tre quarti d’ora o un’ora. Invece per rilevare l’impronta, utile per le protesi, se questa viene presa più di una volta, non significa che il dentista sia un incompetente ma anzi è segno di oculatezza e correttezza da parte sua.
Sono importanti e da valutare anche i richiami periodici, gli esami strumentali e le sedute di igiene orale che avranno risultati duraturi solo se eseguite in maniera scrupolosa e se verrà insegnato al paziente, e mostrato concretamente, come eseguire una corretta pulizia orale a casa.
Da non sottovalutare sono anche le attrezzature: ad esempio la presenza di un microscopio operatorio, macchinario molto costoso, è una buona garanzia insieme al laser, che però non deve essere il sostituto di terapie che possono essere eseguite senza. Imprescindibile invece è la diga, per l’endodonzia e la conservativa o anche la cementazione adesiva degli intarsi, insieme all’utilizzo di sistemi ingrandenti, per avere più chiara e vedere più da vicino la situazione.
Non serve avere tantissimi attrezzi, a volte inutilizzati che servono solo per fare scena, e ciò vale anche per la mobilia e l’arredamento in generale.
L’igiene è tassativa e fa capire quanto lo studio che si è scelto abbia a cuore la salute dei propri pazienti, ma in verità anche la propria. Specchietti e pinzette vanno sterilizzati, imbustati e aperti davanti al paziente. Ciò non vale per lo strumentario rotante, come i trapani o anche maniglie e lampade, che prevedono una sterilizzazione di diverso tipo, dal momento che passando dalle mani del dentista a quelle dell’assistente, si contaminano. Pertanto vanno coperte con una pellicola trasparente che andrà cambiata per ogni paziente.
Infine è da tenere a mente che un professionista, sicuro del fatto suo, non ha bisogno di farsi a tutti costi notare, magari con targhe scritte a caratteri cubitali, insegne luminose o immagini raccapriccianti di estrazioni di denti, pinze e quant’altro catturi l’attenzione, e il ribrezzo, del passante casuale. Basterà una discreta targhetta riportante piuttosto nome e cognome del medico.
Non facciamoci nemmeno ingannare dalla sala d’attesa, che può semplicemente essere uno specchio per allodole, nel senso che l’abito non fa di certo il monaco, quindi un ambiente esteticamente bello e curato, che può anche solo essere l’opera di un bravo architetto, non significa necessariamente che il dentista sia bravo e competente. Occhio!