L’amore, per la maggior parte delle persone, è molto probabilmente una delle cose più belle in questo mondo. Vi siete mai chiesti, però, cosa sia realmente questo sentimento che tutti chiamiamo amore? Quali sono quei meccanismi che scattano nel cervello di una persona nel momento in cui si innamora? A quanto pare esiste anche una certa correlazione tra l’amore e la scienza; oggi è la giornata di San Valentino, la festa degli innamorati, la nostra attenzione si focalizza, pertanto, su quest’importantissimo argomento. A tal proposito a dire la sua è il professor Piero Barbanti, Neurologo e Primario dell’IRCCS San Raffaele Pisana di Roma. La psicologia, dopo numerosi e approfonditi studi, distingue in particolare due ben distinte tipologie di amore. Il primo è l’amore definito romantico, cioè che lega due amanti, il secondo è invece quello materno, ovvero il legame forte e indissolubile tra familiari e parenti.
Alcune volte, tuttavia, l’amore può prendere strane pieghe e diventare una vera e propria ossessione. Il Prof. Barbanti spiega perché: “Nelle prime fasi dell’amore romantico ( la fase dell’innamoramento) si verifica un rilascio marcato di alcune di sostanze chimiche liberate dalla zona del cervello conosciuta come potalamo. Inoltre è stato chiesto al professore quale sia il motivo per cui non si dimentica mai un amore che finisce; perché durante la fase dell’innamoramento, le regioni del cervello deputate al piacere avviano una sorta una registrazione, ogni istante viene registrato nel nostro cervello, sia il ricordo che l’emozione da esso suscitata. Per quando si rivedere l’amore perduto sia riattivano automaticamente quei ricordi che suscitano le emozioni memorizzate dalla nostra mente. Per cui, quando un amore finisce, è altresì fondamentale parlarne con un amico o una persona a noi legata, in modo da liberare parte di queste emozioni che cerchiamo di conservarenella nostra mente. Per questo il primo amore non si scorda mai.