Acqua ed ossigeno non sono sinonimo di vita extraterrestre. Lo sanno bene gli esperti del Max Planck Institute for Meteorology di Amburgo che hanno rivelato come queste condizioni possono essere, in realtà, proibitive per le forme di vita. L’esperimento ha visto l’utilizzo di un modello; un pianeta completamente ricoperto da oceani ed un’atmosfera ricca di ossigeno ed anidride carbonica. Gli studiosi hanno così cominciato ad osservare le conseguenze di un aumento di anidride carbonica nell’atmosfera. Il fenomeno ha visto il raggiungimento di uno stato, chiamato della “serra umida”, nel quale le temperature superano i 56 gradi.
A questo punto il vapore acqueo raggiunge gli strati più eterni dell’atmosfera dove viene colpito dai raggi solari. I due componenti della molecola di acqua, l’idrogeno e l’ossigeno, si scindono. Il pianeta, in sostanza, comincia a perdere grandi quantità di acqua; un processo inarrestabile anche se nel caso in cui si abbassi il livello di CO2 nell’atmosfera. Con il tempo un pianeta che, come la Terra, è caratterizzato da una significativa presenza di azoto e, in minore quantità, di ossigeno ed idrogeno, si trasforma in un landa desertica. Un processo che, probabilmente, è avvenuto in un lontano passato sul pianeta Venere.