I ricercatori dell’Università di Cambridge (Regno Unito), dell’Università di Lund (Svezia) e dell’Università di Groningen (Paesi Bassi) hanno stabilito che un farmaco approvato per la cura contro il cancro, chiamato Bexarotene, può causare una reazione molecolare in grado di portare alla morte delle cellure cerebrali, il che suggerisce che può proteggere molte persone dall’insorgere del morbo di Alzheimer. Lo studio, pubblicato sulla rivista Science Advances, dimostra che è simile ad una serie di farmaci chiamati “statine” che abbassano il colesterolo e quindi riducono, altresì, il rischio di malattie cardiache.
Alcune prove su vermi geneticamente programmati per sviluppare l’Alzheimer hanno mostrato che questi farmaci sono in grado di ritardare l’insorgenza della malattia. Gli scienziati sottolineano che il farmaco non ha alcun effetto se sono già comparsi i primi sintomi del morbo di Alzheimer, bensì prima che si manifesti il primo stadio della malattia. Tuttavia, se si riduce il rischio della fase iniziale del processo, allora si ha una seria e concreta possibilità di avere un trattamento efficace di prevenzione.