Dati allarmanti quelli dei rilevatori di particelle ad alta quota. Da circa un anno, infatti, sembra che i raggi cosmici si siano moltiplicati. Sono le aree dei due poli a subire i danni maggiori del fenomeno, anche se un impatto significativo può essere registrato in tutte le aree del nostro pianeta. Un serie di palloni sonda, lanciati in California, ha infatti registrato dei numeri preoccupanti, anche a latitudini ben lontane da quelle artiche. E’ di dieci punti percentuali la crescita dei raggi cosmici rilevata nell’ultimo anno; un vero e proprio record.
Ad essere maggiormente in pericolo sono le aree dei due poli anche se ricadute importanti possono essere rilevate in tutti i luoghi ad alta quota, negli aerei oltre che nella Stazione Spaziale Internazionale. Le radiazioni sono provocate da vari eventi spaziali come le esplosioni di supernove o collisioni tra stelle di neutroni. A proteggerci da questi fenomeni dovrebbe essere il Sole che, secondo gli strumenti, sta registrando però il minimo di attività lasciando il nostro pianeta più scoperto rispetto a questi eventi. Le conseguenze accertate dei raggi cosmici sono le classiche della radioattività oltre a dirette influenze sul processo di formazione delle nuvole e dei fulmini.