Secondo un nuovo, recente studio di un gruppo di ricercatori dell’Università di Liegi, in Belgio e pubblicato sulla rivista Proceednigns of the National Academy of Sciences, le stagioni influenzerebbero in maniera marcata sulle funzioni cognitive del cervello, in quanto esistono ritmi biologici annuali che influenzano, a quanto pare, l’attività cerebrale. C’è da sottolineare, tuttavia, che questi ritmi non influiscono direttamente sulle prestazioni, ma modificano altresì il tipo di risorse che il cervello usa per affrontare determinati problemi.
Fino a questo momento, però, è stata dimostrata solo una certa stagionalità nei cambiamenti relativi all’umore, tant’è che moltissime persone soffrono del conosciuto disturbo depressivo stagionale; Christelle Meyer e i suoi colleghi hanno pertanto valutato le funzioni cognitive del cervello di 28 volontari che son stati sottoposti a risonanza magnetica funzionale, mentre eseguivano alcuni specifici test durante l’intero arco stagionale (proprio per controllare se alcune funzioni cognitive umane variassero a secondo del cambiamento stagionale). Dall’esame è risultato che diversi diversi tipi di processi cognitivi erano più efficienti a seconda delle stagioni, in particolar modo i cambiamenti ambientali di base, come ad esempio la lunghezza delle ore di luce.