Nuova ricerca rivoluziona le teorie sulle migrazioni in Europa

Un gruppo di scienziati guidati da Johannes Krause del Max Planck Institute per la scienza della storia umana, ha raccolto il DNA di esseri umani che vivevano in Europa tra 35.000 e 7.000 anni fa. I risultati, pubblicati sulla rivista Current Biology, suggeriscono che la regione ha subìto significativi cambiamenti geografici e climatici durante l’ultimo periodo di glaciazione. L’intera popolazione è scomparsa per motivi tutt’ora sconosciuti. Di conseguenza, molto probabilmente, gli europei si sono sviluppati nel territorio solo negli anni successivi e non prima della glaciazione come era stato ipotizzato fino ad ora. Gli esperti sono stati in grado di identificare il genoma dei vecchi popoli europei neri mitocondri delle cellule, il che ha contribuito a far luca sulla storia delle loro migrazioni.

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Nuova ricerca rivoluziona le teorie sulle migrazioni in Europa

Secondo Krause, circa 14.500 anni fa, gli ultimi cacciatori-raccoglitori  sono scomparsi pressochè completamente dall’Europa e sono stati sostituiti, a loro volta, da una nuova “ondata” dei popolazioni. Così, dopo aver analizzato i frammenti restaurati di DNA di 35 Homo Sapiens i cui resti sono stati recentemente rinvenuti nel territorio attuale di Francia, Belgio, Repubblica Ceca, Romania e Italia, gli scienziati hanno scoperto che la maggioe parte dell’Europa si ripopolò subito dopo la fine della glaciazione. Essi hanno concluso che il DNA mitocondriale degli antichi cacciatori-raccoglitori appartiene all’Aplogruppo M., che esiste a malapena nella popolazione europea attuale. I portatori di Aplogruppo, infatti, sono i popoli dell’Australia e i nativi americani.