Un gruppo di ricercatori della John Hopkins University di Baltimora e il Centro Mente/Cervello dell’Università di Trento, in collaborazione con Rita Capasso della Sca Studio di Roma (che in generale si occupa di diagnosi e riabilitazione dei disturbi cognitivi e motori di adulti, anziani e bambini) hanno scoperto, per la prima volta, quelle aree del nostro cervello che assemblano le conoscenze sull’ortografia della parola (definita anche memoria a lungo termine) e dei processi che permetteno, altresì, di scriverla (memoria di lavoro). I risultati di questo importantissimo studio sono stati di recente pubblicati sulla rivista Brain, una delle più antiche e prestigiose nel mondo della neurologia.
“Abbiamo individuato, per la prima volta, quelle regioni dell’emisfero sinistro del nostro cervello ove è contenuto il “vocabolario” della parola scritta e quelle che invece garantiscono un’elevata memoria di lavoro”, riferisce Miceli, che spiega: “questo vocabolario della parola scritta lo possiamo trovare sia nel lobo frontale sia in quello temporale del nostro cervello, mentre la memoria di lavoro occupa una zona specifica nell’area del lobo parietale”. Questi risultati sono molto importanti pechè hanno permesso, ai ricercatori, di far luce sui danni provocati dalle lesioni cerebrali, che possono danneggiare il vocabolario della memoria scritta e la memoria di lavoro. In futuro questa scoperta permetterà, altresì, di comprendere ancora meglio le basi anatomiche della scrittura, sviluppando anche programmi per la riabilitazione di quelle persone colpite da questi disturbi alla scrittura in seguito a lesioni cerebrali.