Il professor Joan Vaccaro, della Griffith University (in Australia) ha presentato una nuova teoria che potrebbe spiegare il perchè della differenza tra e il futuro e il passato. Secondo i suoi calcoli, infatti, certi fenomeni quantistici (come le particelle subatomiche conosciute come mesoni K e B) sollevino il velo della differenza tra il tempo e lo spazio, indipendentemente da dove terminano le leggi della fisica. “Gli esperimenti effettuati sulle particelle subatomiche degli ultimi 50 anni dimostrano che entrambe le direzioni del tempo non vengono trattate allo stesso modo dalla natura. In particolare, il comportamento delle particelle subatomiche chiamate mesoni K e B è leggermente diverso a seconda della direzione del tempo“, afferma lo scienziato citato dal portale IFL Science.
Lo studio fornisce una spiegazione piuttosto dettagliata sull’origine della dinamica ed è stato di recente pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society. Vaccaro ha inoltre tentato di calcolare le equazioni della meccanica quantistica in modo che la conservazione della massa non sia il fattore determinante dell’Universo e ha scoperto che il comportamento del tempo e dello spazio era identico a quella fase. Inoltre lo scienziato sostiene che se la simmetria viene violata, le equazioni diventano quelle che discrivono il nostro Universo e la legge di conservazione della massa sorge naturalmente dalla teoria. “Il tempo ci trascina sempre verso il futuro – sostiene Vaccaro – tuttavia, man mano che andiamo avanti, esso svolge sempre una sorta di movimento di ritorno ed è proprio questo che voglio misurare con l’ausilio dei mesoni K e B”.