Un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’Università di Tomas Opartny Palacky, a Olomouc in Repubblica Ceca, ha confermato che un buco nero potrebbe fungere come una sorta di “sole freddo” dei pianeti in cui potrebbe esistere la vita. Sulla base di questa teoria, i buchi neri hanno in generale una temperatura molto vicina (se non prossima) allo zero assoluto, mentre l’atmosfera circostante può invece risultare decisamente più calda. Questo è dovuto alla presenza della radiazione fossile dell’Universo, la radiazione termica che emerse nell’era di ricombinazione primaria dell’idrogeno. La differenza così marcata della temperatura può per l’appunto essere la fonte di energia richiesta.
Gli scienziati, date queste considerazioni, hanno scoperto che il pianeta (la cui dimensione è simile a quella della Terra ed il buco nero quella del Sole) otterrà circa 900 watt di potenza. Anche se l’energia non sarà comunque sufficiente per sviluppare una civiltà, è altresì sufficiente però a mantenere l’esistenza di forme di vita complesse anche e solo per un breve periodo di tempo. Dato che la temperatura dell’Universo primordiale, dopo 15 milioni di anni dal Big Bang, era superiore a quella attuale, il pianeta avrebbe ottenuto un’energia pari a 130 gigawatt. Questo sarebbe invece più che sufficiente per lo sviluppo della vita, anche in un brevissimo lasso di tempo.