Universo parallelo, e se esistesse davvero? Un gruppo di scienziati americani ha proposto l’esistenza di un universo alternativo, formatosi esattamente come il nostro durante il Big Bang. Con una differenza (e nemmeno troppo piccola), che il tempo scorrerebbe all’indietro. Il primo modello, uscito poco più di un anno fa sulla rivista Physical Review Letters, sostiene che una delle conseguenze di base sulla teoria della gravità di Newton crea le condizioni affinché il tempo si muova in una certa direzione, specie quando la distanza tra le particelle createsi è minima.
Tuttavia, oggi, due fisici americani (Sean Carroll e Alan Guth) hanno creato un nuovo modello molto simile ma ancor più semplice, in quanto non si basa sulla gravità o sulle particelle in un sistema chiuso, bensì sul concetto dell’entropia, che viene applicata alle particelle nello spazio infinito (l’entropia altro non è che una grandezza fisica che determina la parte di energia che può essere utilizzata per produrre lavoro). Secondo questo nuovo modello le singole particelle aventi ciascuna una velocità “randomizzata”, producono il tempo in maniera spontanea. In queste condizioni la metà delle particelle si estende fino ai bordi della nuvola, mentre l’altra metà di muove verso il centro, diminuendo l’entropia. Gli scienziati, a loro volta, supportano la teoria che è ancora ben lungi dal poterla definire perfetta, in quanto bisognerà definire con chiarezza la direzione della crescita dell’entropia i segni del tempo nelle fasi iniziali. Ma l’esistenza di un universo parallelo sta ora diventando qualcosa di più di un semplice sospetto.