Una serie di insediamenti risalenti a ben 500mila anni fa sono stati scoperti nel nord dell’Iraq. E’ la Mesopotamia che, ancora una volta, riesce a rivelare le tracce più antiche della presenza umana. Un’area di straordinario interesse per l’archeologia quella compresa tra il Tigri e l’Eufrate. Lo studio ha visto impegnate le Università di Udine e di Roma in una vasta ricerca nell’area dell’attuale Kurdistan iracheno.
Nell’ultima campagna gli archeologi hanno scoperto, infatti, reperti risalenti all’uomo di Neanderthal che si aggiungono ai resti di una grande necropoli, vari insediamenti di una civiltà nomade risalente a seimila anni prima di Cristo, un antichissimo villaggio del 7.000 a.C, un gruppo di cave per l’estrazione di selce ed altri siti risalenti ad un periodo che va fino al 1.900 a.C. Sono oltre ottocento gli insediamenti rinvenuti attraverso le indagini condotte dagli esperti di archeologia italiani nell’ambito del progetto “Terra di Ninive”; un serie di ricerche di altissimo valore per la storia e l’archeologia in una zona ricchissima di storia ed attualmente minacciata dai terroristi dello Stato Islamico.