Un team Internazionale di scienziati provenienti da Finlandia, Russia e Stati Uniti ha creato uno studio pubblicato sulla rivista Physical Review Letters, annunciando di esser riusciti a ricreare per la prima volta in laboratorio il “Diavoletto di Maxwell” o “paradosso di Maxwell“, un esperimento mentale progrettato per illustrare la seconda legge della termodinamica. L’esperimento è stato possibile grazie all’utilizzo delle nano-tecnologie. Nel 1867 il fisico scozzese James Clerk Maxwell contestò a gran voce la seconda legge della termodinamica, secondo la quale due corpi di diversa temperatura non possono tramettere il calore da un corpo freddo ad un corpo caldo, aumentando l’entropia in un sistema chiuso. E, proprio per questo, ideò un esperimento mentale noto, per l’appunto, come paradosso di Maxwell.
Nell’esperimento Maxwell utilizza un contenitore ermeticamente sigillato con all’interno del gas, diviso in due parti con una parete interna, per essere manipolata da un “demone” in grado di separare le particelle calde da quelle fredde, creando cosè una differenza di temperatura contravvenendo alle leggi della termodinamica. “Il sistema che abbiamo costruito presenta un transitor di un singolo elettrone che è formato da una piccola isola metallica collegata a due conduttori. Il “demone” collegato al sistema è un transitor di un singolo elettrone che controlla il movimento degli elettroni nel sistema”, spiega Jukka Pekola, scienziato dell’Università di Aalto. Sebbene questo studio è ad ora alla fase iniziale, i risultati potrebbero costituire la base per aprire in futuro la strada alla computazione reversibile, nonché alla creazione di nano-dispositivi che facilitino la progettazione di futuri conputer.