Dopo accuratissime analisi del DNA nello stomaco della mummia di Ӧtzi, un gruppo di ricecatori dell’Accademia Europea (EURAC) ha sc0perto che “l’uomo venuto dal ghiaccio” venne infettato da un comune batterio, l’Helicobacter Pylori. Questa scoperta permetterà agli scienziati di conoscere meglio i movimenti dei nostri antenati in tempi antichissimi. Questo genere di batteri vengono trasmessi in comunità attraverso il contatto, quindi gli esami del DNA possono essere utilizzati per monitorare la migrazione dei popoli vissuti migliaia di anni fa. Secondo gli scienziati ci sono stati, in origine, due diversi tipi di Helicobacter Pylori, quelli africani e quelli asiatici che poi, con il passare degli anni, si sono fusi a creare la forma moderna dei batteri.
Analizzando il DNA del corpo mummificato di Ӧtzi i ricercatori hanno rilevato che “l’uomo venuto dal ghiaccio” è stato infettato da un tipo di batterio proveniente proprio dall’Asia. Secondo la teoria della migrazione africana (che sostiene che lo spostamento principale in Africa è avvenuto circa 65.000 anni fa) le persone prima ancora dell’era di Ӧtzi, vennero infettate con l’attuale forma di questo batterio. Tuttavia quest’ultimo ritrovamento potrebbe di fatto modificare questa teoria, indicando che non vi era più di una migrazione di massa verso l’Asia e l’Europa. “La combinazione dei due tipi di Helicobacter potrebbe essersi verificata dopo l’età di Ӧtzi e questo dimostra che la storia degli insediamenti in Europa è molto più complessa di quanto si pensasse”, riferisce il Dr.Frank Maixner, un microbiologo presso l’EURAC.