Per moltissimi anni la leggendaria stella Eta Carinae è sempre stata considerata come unica nel suo genere, da tutti gli scienziati del mondo. Tuttavia gli astronomi hanno recentemente scoperto altre cinque, possibili gemelle di Eta Carinae in altrettante galassie. In base a queste e a molte altre scoperte, gli scienziati potrebbero essere in grado di capire e comprendere che cosa ha causato l’esplosione dell’Eta Carinae nel 1840. Nel periodo 1838-1845, infatti, le stelle binarie dell’Eta Carinae si accessero e poi esplosero in un arco temporale estremamente breve. In quell’occasione vennero espulse tra le 10 e le 40 masse solari. Il risultato fu la formazione di una magnifica nebulosa “omuncolo”, un guscio bipartito di gas e polveri. Ad ora, tuttavia, resta ancora il dubbio legato a che cosa abbia realmente causato questo importante cataclisma cosmico.
Questo tipo di stelle sono molto rare da osservare ma, ancor di più, lo è catturare il momento in cui tendono ad esplodere. Gli astronomi Rubaba Khan e George Sonnborn del Goddard Space Flight Center della NASA erano convinti di poter trovare stelle più massiccie, anche se negli archivi dei telescopi Hubble e Spitzer gli astronomi hanno trovato solo cinque stelle binarie classificabili come Eta Carinae nelle galassie lontane NGC6946, M101 e M51, ad una distanza compresa tra 18 e 26 milioni di anni luce. L’altra galassia, la M83, dista invece “soltanto” 15 milioni di anni luce da noi.