Per la prima volta dalla fine degli anni 80 gli scienziati degli Stati Uniti sono riusciti a produrre l’isotopo luce di plutonio che può essere utilizzato come carbutante per eventuali viaggi interstellari. Cinquanta grammi di Plutonio-238 sono stati prodotti nel Dipartimento di Energia Oak Ridge National Laboratory, in Tennessee. Si tratta del primo passo per poter poi garantire, in futuro, l’elemento di produzione cardine al fine di eventuali, nuovi proggetti come “Mars 202o” o “Giova Europa Orbiter”. Una volta che il processo è stato completamente automatizzato, la Nazione sarà in grado di produrre un combustibile di radioisotopi che può essere successivamente utilizzato anche per le missioni della NASA, al fine di poter studiare con ancor maggior precisione lo spazio profondo.
Si prevede che per la prima volta il Dipartimento fornirà alla NASA circa 300-400 grammi di isotopo all’anno, ma il numero sarà probabilmente aumentato fin oltre a mezzo chilogrammo. Viene infatti spiegato che per i voli all’interno del sistema solare sono sufficienti tecnologie già esistenti, mentre l’eventualità di spingersi oltre richiede uno sforzo assai, assai maggiore. Soluzione che, appunto, potrebbe proprio essere quella di utilizzare il Plutonio-238. Ma di cosa si tratta? Fondamentalmente il Plutonio-238 altro non è che un numero diverso di neutroni e protoni; ha un colore bianco-argento e una densità 20 volte maggiore di quella dell’acqua, con conseguente rilascio di moltissima energia termica. Energia questa che può anche essere utilizzata per i voli. Per la prima volta il Plutonio-238 venne scoperto nel lontanissimo 1940 e prodotto in piccole quantità, fino al 1988. Poi la produzione venne in seguito sospesa in tutta il mondo, per poi tornare prepotentemente alla ribalta a partire dal 2013.