Un attentato da parte di un kamikaze talebano alla base aerea di Bagram, in Afghanistan, è costato la vita a sei militari americani. Momenti tristi per gli Stati Uniti che, dopo l’uccisione del 20 dicembre scorso, a Kabul, dell’ex dipendente dell’esercito statunitense e attivista per il sociale, Lisa Akbari, oggi arriva un altro atto di violenza nei confronti della NATO e, soprattutto, degli Stati Uniti: sei militari americani uccisi da un kamikaze talebano. Ancora oggi, infatti, NATO e Stati Uniti sono impegnati in Afghanistan per la missione Resolute Support, che supporta, appunto, il Governo di Ashraf Ghani e gestisce l’equilibrio della zona afghana, insieme con l’esercito regolare. Nella mattinata di ieri, 21 dicembre, un kamikaze si è lanciato con la sua moto contro un gruppo di militari americani che ritornavano alla base.
L’attentato è stato subito rivendicato dai talebani e il bilancio delle vittime è arrivato a sei. L’attacco potrebbe essere stato organizzato in seguito ad un agguato americano, effettuato con un drone, qualche settimana fa, nella zona di Nangarhar. L’agguato americano aveva ucciso tre talebani, tra cui un loro comandante. Questi episodi fanno emergere quanto la situazione sia ancora tesa e l’emergenza sicurezza nella zona dell’Afghanistan sia ancora un punto dolente per il Governo regolare, la NATO e gli Stati Uniti, impegnati in prima piano.