Finalmente, dopo tre mesi indisturbati di anticiclone (e con un mese di Novembre estremamente caldo, stabile e secco) i modelli matematici iniziano a mostrare qualche cenno di variazione sul lungo termine. Non è ancora molto, ma ci si può lavorare. L’importante, prima del freddo e della neve in pianura, è che torni la neve su Alpi ed Appennini, e che ritorni a piovere al Centro-Nord, in cui ci sono città come Torino, Vercelli, Roma, Novara e tante altre in cui non piove da quasi 60 giorni. I modelli sono ancora estremamente ballerini ed incerti su ciò che potrebbe arrivare alla fine dell’anno, ma iniziano a fiutare perlomeno la formazione di un anticiclone di blocco sulla Scandinavia, un serbatoio gelido sulla Russia ed una serie di aree di bassa pressione sul Mediterraneo.
E’ ancora troppo presto per parlarne, ma dopo un paio di giorni possiamo constatare che i principali modelli matematici iniziano a fiutare qualcosa i nuovo per il lungo termine, incluse nuove fasi di instabilità sull’Italia, con ritorno di neve sulle nostre montagne, e qualche sblocco a livello di configurazione sinottica su vasta scala, come la formazione del famigerato serbatoio gelido sulla Russia. E’ ancora poco per costruirci un’analisi, ma qualche segnale di cambiamento si inizia ad intravedere.