David Vetter, il bambino con la Scid (Severe ombined immunodeficiency diseaseche) visse tutta la sua vita in una bolla di plastica oggi viene ricordato con un video commovente. La Scid è una malattia genetica che rende l’organismo totalmente privo di difese immunitarie, oggi, grazie alla ricerca e a Telethon (in Italia), si stanno sperimentando nuove cure per le malattie genetiche di questo tipo. Il New York Times ha voluto ricordare il bambino che rese famosa, suo malgrado, questa malattia genetica, per far capire come tutt’oggi sia importante la sperimentazione e la ricerca. David Vetter visse quasi da subito in una bolla di plastica, fu soprannominato per questo il bambino bolla. All’interno della bolla, completamente sterilizzata, David interagiva col mondo e anche con la sua mamma. Rimase dentro quella bolla di plastica per tutta la sua breve vita. Furono pochissime le volte in cui uscì e poté farlo grazie ad una tuta speciale fatta direttamente dalla NASA.
Il bambino bolla e la sua storia, alla fine degli anni settanta, fecero il giro del mondo e la Scid divenne finalmente una malattia genetica nota. Nel 1983, si tentò di curare il piccolo David Vetter con un trapianto di midollo, cura che non andò a buon fine ed il bambino morì poco dopo, all’età di 13 anni. I ricercatori sono andati avanti e le malattie genetiche hanno sempre più mobilitato le coscienze a favore della ricerca scientifica. In Italia, all’istituto San Raffaele di Milano, grazie alla Telethon e ai suoi ricercatori si è trovata una terapia genetica per la Scid, che in vitro ha dato davvero ottimi risultati. Si aspetta di fare la prima sperimentazione su persona. Il New York Times, affinché non si spengano mai i riflettori su storie come quella di David Vetter, il bambino bolla, pubblica un video toccante.