Secondo la Nasa la maggior parte delle tempeste di polveri su Marte, con attrezzature e telescopi adatti, sono osservabili anche dalla Terra. Il regista americano Ridley Scott utilizza questa informazione ai fini della realizzazione del suo nuovo film “The Martian” nel quale il protagonista, nonché astronauta, Marcos Whitney è costretto a confrontarsi con tutte le sgradevoli conseguenze che queste tempeste di polveri su Marte arrecano alle nostre tecnologie. La scena infatti si apre con la distruzione di una parte del campo scientifico installato su Marte a partire da un’antenna di trasmissione.
In realtà per la Nasa le tempeste di polveri non sono una delle conseguenze più sgradevoli del pianeta rosso. Secondo le statistiche su Marte si verificano ogni anno lunghe tormente di polveri moderate e di conseguenza il pianeta solleva violenti venti sulla sua superficie una volta ogni cinque anni terrestri. Ciò nonostante gli scienziati sono piuttosto scettici riguardo le catastrofi che queste tempeste potrebbero provocare alle nostre apparecchiature. I venti marziani hanno poco a che vedere con i tornati a cui l’uomo ha assistito nel corso della storia, questo perché la densità dell’aria su marte e notevolmente inferiore rispetto a quella terrestre. Questo non significa ovviamente considerare queste polveri completamente innocue, delle particelle infatti potrebbero staccarsi e andare ad intaccare le nostre apparecchiature meccaniche. Compito fondamentale degli scienziati sarà infatti quello di trovare il modo di neutralizzare queste cariche elettrostatiche, per salvaguardare la ricerca.