Il 16 Gennaio 2012 alcune località della Val Padana si svegliarono coperte da una strana coltre bianca. Neve? Non proprio. Questo è un fenomeno reale, segno di un elevato indice di inquinamento.
La neve chimica è un fenomeno atmosferico piuttosto raro che si verifica in condizioni di bassa temperatura e alta umidità in concomitanza con la presenza massiccia di emissioni inquinanti in atmosfera.
Quando nelle aree geografiche particolarmente trafficate o ad altra concentrazione industriale il termometro scende sotto lo zero, le goccioline di nebbia presenti nella bassa atmosfera si aggregano attorno alla caligine inquinante sospesa nell’aria, formata da sostanze come silicati, solfuro e ossido di rame, o gli ioduri di mercurio, cadmio e piombo.
Questo pulviscolo ha una struttura fisica esagonale che ricorda quella dei fiocchi di neve: funziona quindi da aggregante perfetto per trasformare le gocce di nebbia in microscopici cristalli ghiacciati .
Come si forma questa neve?
La formazione dei fiocchi di neve avviene a circa 1 Km di distanza dal suolo. E’ possibile che precipitazioni di questo genere avvengano solamente in determinati punti della città, a seconda della concentrazione di particolato inquinante, della temperatura e della presenza o meno di foschia. Il 16 Gennaio 2012, ad esempio, gli abitanti della città di Torino hanno trovato al loro risveglio una coltre di neve bianca sulle strade. Il fenomeno tuttavia non ha interessato in maniera uniforme l’intera città.
Le medesime precipitazioni si verificarono anche a Verona, Brescia, Milano e altre aree della Val Padana. La neve chimica non va confusa con la galaverna, un rivestimento ghiacciato che si deposita sui rami, cavi elettrici, finestrini in presenza di nebbia, ma che non prevede fenomeni di precipitazione.
La neve chimica non deve preoccupare come fenomeno in se, ma come spia dello stato di inquinamento atmosferico in cui viviamo.
Emanuele Valeri: puoi consultare anche www.valerimeteo.it