Una nuova arma contro il pericolosissimo tumore alla prostata potrebbe essere messa in campo a breve grazie ad un team di ricercatori italiani del Dipartimento di Chimica dell’Università di Bologna. La ricerca mostra come, attraverso l’utilizzo di un apposito sensore, è possibile rilavare la precisa quantità di sarcosina, una particolare molecola da tempo considerata come un chiaro sintomo del tumore alla prostata in fase di evoluzione.
Questa particolare tipologia di cancro causa 250mila decessi ogni anno ed è ritenuta il secondo tumore più comune nell’uomo. Proprio la diagnosi precoce è l’unico elemento in grado di salvare il paziente con la successiva terapia. Il rilevamento della sarcosina viene effettuato attraverso l’analisi delle urine. I testi effettuati fino ad ora hanno rivelato come il sistema sia notevolmente affidabile oltre che rapido ed economico; il prossimo obbiettivo è di esportarlo anche per analizzare altre patologie.