Sono davvero poche le scoperte in grado di rivoluzionare la storia dell’uomo e quella annunciata alcuni giorni fa potrebbe essere una delle più importanti. Quindici scheletri di una specie ribattezzata Homo Naledi sono stati rinvenuti in una grotta nel Sud Africa. Molte sono le somiglianze con la nostra specie, a partire dai piedi incredibilmente simili ai nostri. Alto, slanciato e snello l’Homo Naledi aveva, però, un cervello davvero piccolo, dalle dimensioni di un’arancia.
Sono migliaia i sedimenti che sono stati trovati nella caverna, ritrovamenti che, però, non stati sufficienti a dare una datazione precisa delle ossa. “Tra i due e i due milioni e mezzo di anni” ipotizzano gli scienziati che collocano questa specie tra gli australopitechi e l’Homo Erectus. Il cranio, come i denti, appaiono molto simili alle specie più primitive mentre le mani sembrano adatte all’uso di utensili con dita curve che fanno pensare ad un continuo arrampicarsi; una smentita della teoria secondo cui gli uomini avessero smesso di salire sugli alberi, appena imparato a camminare.