Vi ricordate i buchi di Curiosity sul Monte Sharp? Il rover è da quasi tre anni al lavoro sulla superficie del pianeta rosso, e recentemente ha anche osservato e misurato le concentrazioni di metano presente nell’ambiente circostante, captando e rilevando la presenza di molecole all’interno del sottosuolo roccioso, proprio durante uno dei suoi scavi eseguiti con il suo braccio robotico. La strumentazione a bordo del rover Curiosity ha permesso di capire che su Marte ci sono delle concentrazioni di metano che aumentano e poi improvvisamente diminuiscono, e questo ha portato alla scoperta di fonti molto localizzate.
L’idea di Sushil Atreya dell’Università del Michigan è stata questa: “Questo aumento temporaneo del metano – in forte crescita e poi di nuovo giù – ci dice che ci deve essere qualche fonte relativamente localizzata. Ci sono molte fonti possibili, biologiche o non biologiche, come l’interazione tra acqua e roccia.” I ricercatori hanno utilizzato il SAM, Sample Analysis at Mars, ed hanno così misurato le variazioni di metano all’interno dell’atmosfera tra il 2013 ed il 2014, scoprendo che all’inizio delle osservazioni c’erano sette parti per miliardo ed alla fine ce n’erano solo un decimo di quelle stimate precedentemente.
Le molecole organiche sono state scoperte all’interno della roccia dell’area chiamata “Cumberland”. Questo composti organici però potrebbero essere stati portati sul pianeta da una cometa o un meteorite, nel corso dei prossimi mesi saranno certamente eseguiti studi approfonditi. Una precisazione: le molecole organiche non sono forme di vita, bensì i blocchi chimici che permettono la formazione della stessa. Si tratta sempre di una scoperta importante, ma per scoprire la vita su Marte o su altri paesi siamo ben lontani.