Nel corso delle ultime settimane ci sono state numerose notizie di ambito scientifico che hanno riavvicinato un po’ le persone comuni alla scienza ed all’astronomia. Malgrado gli interventi a gamba tesa di selvaggia lucarelli e vincenzo salemme in merito alla nostra Samantha Cristoforetti ed alla missione New Horizons, nulla è riuscito a frenare l’onda dell’entusiasmo che si è creato interno all’astronomia: grazie ad eclissi di Sole, sonda Rosetta, missione New Horizons e la scoperta della Terra “2.0” la scienza ha riavuto un po’ di celebrità che meritava da tempo, e molte persone si sono rese conto che guardare il cielo forse è meglio piuttosto che passare ore ed ore sui giochetti da smartphone.
Oggi vorremmo parlarvi in modo approfondito del pianeta Plutone. Per l’esatte Plutone non è più un pianeta ma un pianetino, in quanto l’unione astronomi internazionale lo ha declassificato nel mese di Agosto del 2006, 7 mesi dopo il lancio della sonda New Horizons. 12 giorni fa la sonda ha fatto il suo Flyby su Plutone, oggi il pianetino è un puntino lontano distante ben 12 milioni di chilometri, ma sulla Terra è tempo di rielaborare le immagini ed i dati raccolti in questa breve ma intensa avventura della sonda nei pressi di Plutone. Ora New Horizons sta proseguendo verso lo spazio remoto, e tenterà di accedere all’interno della fascia di Kuiper alla ricerca di grossi asteroidi e nuovi pianeti. La sonda ha raccolto così tanti dati che ne restano ben il 95% da elaborare, dunque è probabile che nelle prossime settimane salteranno fuori nuove importanti scoperte e rilevazioni.
L’atmosfera di Plutone
Innanzi tutto la missione New Horizons ha permesso di capire le reali misurazioni di Plutone. Inoltre è stato individuato un sottilissimo strato di troposfera che va dai 1000 ai 2000 metri di spessore, mentre il resto dell’atmosfera di Plutone deve essere estera almeno 1500 chilometri (prima di New Horizons si pensava che l’atmosfera fosse estesa circa 270 chilometri). La sonda inoltre ha individuato una cavità nel vento solare, ovvero una regione ricca di azoto freddo e denso che esce dalla fragile atmosfera di Plutone formando una straordinaria coda di plasma che si estende per ben 110.000 chilometri dalla superficie di Plutone.
La storia della foschia su Plutone
Le immagini rilasciate recentemente inerenti all’atmosfera di Plutone evidenziano la formazione di alcuni strati di foschia all’interno dell’atmosfera di Plutone. In particolare sono stati individuati due strati di foschia, uno situato a 80 chilometri di quota e un altro a circa 30 chilometri dal suolo di Plutone. La foto che vi alleghiamo qui di seguito è stata scattata sette ore dopo il flyby di New Horizons con Plutone e rappresenta qualcosa di mistico, proprio le due formazioni di foschia ai margini del pianetino. Secondo Alan Stern, responsabile di New Horizons, la foschia visibile in questa foto è la chiave per comprendere la formazione dei composti di idrocarburi visibili sulla superficie di Plutone. L’idea è che queste foschie possano essersi originate grazie all’interazione dei raggi ultravioletti del Sole ed il metano presente nell’atmosfera di Plutone. Infine, sembra che la pressione esercitata sulla flebile atmosfera di Plutone abbia comportato un dimezzamento dello strato atmosferico circondante Plutone in appena due anni di tempo, e la causa potrebbe essere il progressivo allontanamento di Plutone dal Sole. Nessun’atmosfera è stata scoperta su Caronte, al contrario di quanto si ipotizzava poco prima del flyby.
La superficie di Plutone
La vicenda di Plutone e della sua superficie ha scosso le opinioni popolari: da sempre Plutone era considerato un mondo geologicamente morto, privo di crateri e montagne, interamente piatto e grigio. New Horizons ha scoperto invece vaste pianure, montagne e crateri dalla forma a cuore e dalle forme più astratte. Innanzi tutto sono state scoperte le Norgay Montes, una catena montuosa con i picchi alti fino a 3500 metri, anche se potrebbero essere composte quasi esclusivamente di ghiaccio allo stadio solido, ma il solo fatto che siano così alte implica che qualche movimento geologico precedente li abbia fatti alzare, inoltre nella zona circostante non sono stati trovati crateri, il che fa pensare che queste attività siano ancora in corso. Un’altra scoperta è stata fatta con le pianure Sputnik, all’interno del celebre cratere a forma di cuore che è stato chiamato Tombaugh Regio: nessun cratere interno, anzi, sono stati ritrovati dei poligoni delimitati da piccoli solchi interrotti qua e la da cumuli di materiale più scuro che forse si sono formati grazie al fenomeno dell’erosione. Infine è stata recentemente scoperta una seconda catena montuosa nei pressi di quella più importante, originata forse per lo stesso motivo della prima, fatto sta che Plutone è tutto tranne che un pianeta piano e morto com si credeva in passato.