Articolo di Emanuele Valeri – Dopo l’analisi dei giorni scorsi riguardo il possibile sviluppo del fenomeno di El Niño, oggi torniamo a parlare dei ghiacci marini artici.Dagli ultimi aggiornamenti, si può osservare che: La fusione del ghiaccio marino artico continua, ma a un ritmo più lento rispetto a quello sperimentato nel mese di giugno. Le aree dove si registrano delle perdite maggiori rispetto al normale sono quelle nella regione di Barents-Kara Mari e le zone di Bering.
Livelli quasi da record dei ghiacci marini,si registrano nei pressi della Baia di Hudson, grazie alla mancanza del calore estivo e su gran parte del Canada Centro-Orientale. La cosa che colpisce di più è il fatto che confrontando tutti questi dati, l’estensione areale totale dei ghiacci marini artici è la maggiore dal 2009. In particolare lo stato negativo dell’indice teleconnettivo AO (Arctic Oscillation) dovrebbe consentire un rallentamento dello stato di fusione dei ghiacci, soprattutto perché dovrebbero esser ridotte le tempeste nell’area artica che portano alla frattura e alla fusione del ghiaccio stesso.