Finalmente! Era dal 15 Novembre scorso che il rover Philae, lanciato dalla Sonda Rosetta poche settimane prima, è tornato a “vivere”, uscendo dalla fase di ibernazione che si portava avanti da 7 mesi precisi. I segnali emessi dal lander Philae sono stati ricevuti pochi giorni fa presso l’European Space Operations Centre di Darmstatd in Germania, esattamente alle ore 22:28 italiane del 13 Giugno. Come tutti voi saprete, ci sono stati seri problemi per il lander Philae sulla cometa Churyumov-Gerasimenko, in quanto dopo sole 60 ore di lavoro sul suolo di essa il lander si è spento. Tutto questo è stato causato da un atterraggio errato, era infatti stata scelta una zona della cometa che riceve quasi costantemente della luce, ma come spesso accade nei progetti spaziali, qualcosa è andato storto ed il lander Philae si è incuneato all’interno di una vallata oscura. Durante lo schianto con la cometa, si pensava che il lander fosse completamente compromesso, fortunatamente non è andata così.
In previsione della riaccensione del lander Philae, sulla sonda Rosetta era stato riacceso il dispositivo che regola l’unità di comunicazione tra le apparecchiature in orbita ed in lander al suolo. Un’altra buona notizia è rappresentata dal fatto che il risveglio di Philae è avvenuto qualche giorno prima rispetto alla data che era stata prefissata. Philae, viaggiando sulla cometa 67P Churyumov-Gerasimenko, non ha certamente dormito completamente: durante tutti questi sette mesi sono stati analizzati dati, per un totale di 8000 pacchetti che saranno ricevuti nel corso delle prossime settimane per poi essere analizzati. Il lander si è trovato a lavorare in condizioni di -35°C e con appena 24 Watt di disponibilità energetica, adesso però arriva la fase interessante, quella in cui la zona in cui si trova sarà raggiunta dai raggi del sole e potrà lavorare grazie ad un regime di autosufficienza delle batterie.