L’ISIS ha vinto di nuovo: stavolta hanno esteso le loro mire all’area archeologica di Palmira, in Siria, ed alla vicina città, dopo giorni e giorni di combattimenti frenetici che hanno portato alla definitiva sconfitta dell’esercito siriano. La conferma di questo grave fatto ci arriva dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, e sappiamo anche che non solo l’ISIS controlla città ed area archeologica, promossa dall’Unesco come patrimonio dell’umanità dal 1980, ma anche la base aerea, la prigione ed il quartier generare dei servizi segreti cittadino. Centinaia di combattenti, ribelli, miliziani e cittadini di Palmira sono stati uccisi nei giorni scorsi, ma ora i combattimenti stanno gradualmente cessando.
Il timore è quello che l’ISIS possa devastare l’area archeologica di Palmira, patrimonio dell’umanità, proprio come accaduto pochissimi mesi fa con le aree archeologiche di Nimrud ed Hatra in Iraq, tra lo sdegno e l’impotenza del mondo intero. La paura è anche quella che l’ISIS, forte della conquista di quasi metà del territorio della Siria, possa ben presto sferrare l’attacco decisivo per Damasco, distante poco meno di 200 chilometri da Palmira. L’ISIS domina in 95.000 chilometri quadrati della Siria, controllando nove province, ovviamente non difese più da alcun tipo di esercito.
Gli jihadisti dell’ISIS hanno imposto il coprifuoco alla popolazione, le strade sono deserte e si stanno eseguendo rastrellamenti casa per casa alla ricerca di militari o combattenti per la libertà, i miliziani lealisti. Al momento sembrerebbe che nessuna delle antichità di inestimabile valore presenti nell’area archeologica o nei vari musei della città sia andata distrutta, e che centinaia di esse sono state racchiuse in un luogo sicuro, parola di Maamoun Abdulkarim, direttore delle Antichità e dei musei siriani.
Si ringrazia Repubblica.it per foto e fonti