Avete mai sognato di andare sulla Luna o su Marte? Impossibile (o quasi) da realizzare, a meno che non diventiate tutti degli astronauti come Samantha Cristoforetti o Luca Parmitano. Ora invece sarebbe possibile inviare una parte di se sulla Luna, grazie ad un’interessante idea di un consorzio britannico, che ha avuto l’approvazione di scienziati come Brian Cox, Lord Rees e Monica Gray. Lo scopo di questo consorzio è raccogliere circa 500 milioni di sterline da parte delle persone comuni e da enti e società private, al fine di far atterrare una sonda sulla Luna tra 10 anni. Cosa avrebbero in cambio i donatori? La possibilità di depositare foto, lettere, testi e perfino parti del proprio DNA sulla Luna, grazie a speciali capsule che preserverebbero tutto ciò al di sotto della superficie della Luna.
Il progetto sarebbe guidato da David Ferro, che ha dichiarato di voler fare questo perchè il costo delle missioni spaziali iniziano ad essere sempre più costose e scarsamente finanziate dai governi. Chiunque nel mondo sarà in grado di partecipare a questo progetto e partecipare ai sondaggi su dove far atterrare questa sonda, che non avrebbe solo lo scopo di depositare DNA e foto personali. Per finanziare la fase iniziale del progetto occorrono almeno 600.000 sterline entro le prime quattro settimane, poi per i prossimi quattro anni partirà la campagna di raccolta fondi, in cambio di poter mandare foto (dal costo di poche decine di sterline), video compressi (200 sterline) e campione di capelli (50 sterline), ma anche campioni del proprio DNA, il costo ancora non è stato rilasciato. Il progetto non è solamente valido per raccogliere foto e campioni di DNA da spedire sulla Luna nel 2024, ma anche quello di mandare con l’occasione una sonda in grado di perforare la superficie della Luna in profondità, non di pochi centimetri ma di metri. Sarebbe una buona occasione per continuare la diffusione della scienza a giovani ed adulti, sulla riga della Missione Rosetta che ha compiuto il secondo passo, quello dello sbarco del lander Philae, la scorsa settimana, una missione che sta proseguendo tra l’entusiasmo generale…tranne che in Italia, malgrado gran parte dei componenti siano Made in Italy. Il progetto è stato presentato con vari slogan, uno di questi che sta girando in rete è “vai sulla Luna: scopri come fare!”.