Nel corso degli ultimi giorni, sugli Stati Uniti centro-settentrionali si sono abbattute delle tempeste di neve davvero eccezionali,tutto questo a causa di un fenomeno molto curioso ma tutt’altro che raro. Si chiama Snow Lake Effect, e si verifica solo in pochi luoghi al mondo: servono alcuni laghi, un richiamo di aria umida da Sud ed un richiamo di aria fredda da Nord. Quando l’aria fredda proveniente dai quadranti settentrionali sorvola il lago, si innesca la formazione di una nube cumuliforme ad alto sviluppo verticale, questo perchè al di sopra di un lago c’è una “termica”, vale a dire la salita di aria umida dal basso verso l’alto. La risalita di aria umida è dovuta al rilascio di umidità dal lago verso le alte quote, e ciò avviene quasi sempre, ma questo meccanismo viene sollecitato se da un’altra zona c’è una forzante, ovvero l’ingresso di aria fredda. L’interazione di freddo e caldo nello stesso luogo genera temporali: è lo stesso meccanismo che da vita ai temporali da fronte freddo oppure ai temporali termoconvettivi, anche se per quest’ultimo fenomeno c’è spesso di mezzo una forzante orografica (un monte o una collina, e ciò avviene quasi ed esclusivamente durante la stagione estiva e primaverile, e quasi sempre tra la tarda mattinata ed il tardo pomeriggio).
La presenza di aria calda ed aria fredda nello stesso luogo non è sempre indice di formazione dei temporali o di neve: occorre che si vengano a creare determinate condizioni, spesso dovute all’interazione di queste due masse d’aria quando sono molto marcate (per esempio quest’ondata di gelo sugli Stati Uniti ha portato valori fino a -16°C alla quota barica di 850 hPa, circa 1500 metri di altezza, valori da gelo puro) o quando l’arrivo delle masse avviene in un periodo di transizione, come la fine dell’Autunno o l’inizio della Primavera (prime discese di aria gelida o prime risalite di aria caldo-umida). Chiaramente l’afflusso di aria umida e calda da Sud, in questo caso della tempesta di neve a Buffalo, ha avuto il ruolo di accendere la miccia che ha portato alla formazione della tempesta di neve tra Lago Eire e Lago Ontario.
Un caso anche “italiano”
Un fenomeno simile si riscontra anche in Italia: si chiama Snow Adriatic Effect, e consiste nella formazione di una linea temporalesca a ridosso della costa adriatica, nel momento in cui da Est arrivano correnti fredde (spesso si tratta di ritornanti instabili di una bassa pressione sui Balcani, per ritornante instabile si intende un fronte di temporali che “torna” indietro, o che si forma dopo il passaggio della depressione che l’ha generato) che si scontrano con la superficie tiepida del Mar Adriatico, dando vita a nubi e temporali con neve spesso fino in pianura. Questo fenomeno dello Snow Adriatic Effect è diverso dallo Snow Lake Effect americano, perchè in Italia c’è di mezzo la catena appenninica che funge da ostacolo orografico, ed impedisce alla massa fredda di arrivare sul Tirreno e scavalcare l’Appennino, intrappolando l’aria fredda a Est della catena montuosa. In America invece lo scontro delle masse d’aria avviene liberamente, senza montagne che ne ostacolino il passaggio, ma la formazione dei temporali di neve è generato anche dalla risalita di umidità sopra ai laghi, umidità che condensa in nubi e viene spostata su un lato della costa di questi laghi, dando origine a tempeste di neve (blizzard). A Buffalo alla fine sono caduti tra i 40 e i 150 centimetri di neve, un quantitativo colossale, soprattutto se guardiamo il calendario e notiamo che siamo solo al 19 Novembre! Ora la parola va al video.