La sorprendente tecnologia messa a punto da un sedicenne indiano, Arsh Shah Dilbagi, durante la finale della quindicesima edizione della Google Global Science Fair, consiste nel far comunicare persone affette da varie disabilità come SLA, Parkinson e sindrome del chiavistello (la tremenda paralisi di tutti i muscoli del corpo) attraverso il proprio respiro. Sembrerà un dato assurdo, ma è stato certificato che oltre l’1,4% della popolazione mondiale soffre di determinate patologie che rende quasi impossibile qualsiasi attività motoria, anche la più semplice, con punte gravi che comportano anche la paralisi, dunque la creazione di un dispositivo di comunicazione alternativo si è reso quasi del tutto necessario.
Esistono già dei dispositivi che permettono a queste persone di comunicare tra loro, i cosiddetti CAA, dispositivi di comunicazione aumentativa e alternativa, ma questi marchingegni che utilizzano l’eye tracking sono considerati costosi ed ingombranti per l’inventore di Talk, Dilbagi, che ha deciso di inventare questo dispositivo.
Come funziona?
Talk costa meno di 100 dollari, e permette ai non abbienti di comunicare tra loro utilizzando il respiro e le variazioni dello stesso. Talk è in grado di elaborare un linguaggio simile al codice Morse, quello un tempo utilizzato per il telegrafo, ed è fornito di microfono che interpreta i tipi di respiri, convertendoli in trattini e puntini, e poi convertiti in frasi. E’ anche dotato di un microprocessore che sintetizza i discorsi, al fine di velocizzare una conversazione.