E’ ufficiale: l’associazione psichiatrica americana, la A.P.A., ha ufficialmente riconosciuto la dipendenza da selfie, ovvero gli autoritratti eseguiti con il telefonino, come una vera e propria mania e disturbo mentale. Gli psichiatri americani l’hanno chiamata “selfies” ed è caratterizzata dal costante desiderio e dalla pressante mania di farsi degli autoscatti, i cosiddetti selfie. Il disturbo è saltuario se il selfie sono 3 al giorno, ma se queste foto non vengono pubblicate sui social network quali Twitter, Facebook e Google Plus, mentre la selfies inizia ad essere cronica quando un uomo od una donna sono ossessionati dalla mania dei selfie, ovvero che in ogni luogo, posizione ed ora hanno l’ossessione di far vedere al mondo cosa stanno facendo, che sia una fermata dell’autobus o la spesa al supermercato, ogni momento della giornata diventa buono per sponsorizzare la propria immagine, con atteggiamenti curiosi e pose strane, al resto del mondo.
Quali sono i possibili rimedi?
Ci sono casi estremi di selfies, o come è stata ironicamente chiamata in Italia, “selfite”, e sono quelli in cui le persone hanno il costante desiderio di fotografare se stessi 24 ore su 24, e credetemi, a volte ciò accade realmente. Gli psichiatri hanno anche detto che al momento non ci sono cure per la selfies, ma che sono in corso degli aggiornamenti e delle ricerche per ideare delle speciali sedute di psicoterapia in cui i pazienti più gravi verranno presto messi alla prova. Il disturbo dei selfie è particolarmente accentuato nelle donne, specie nelle ragazze con età compresa tra i 18 ed i 30 anni, soprattutto in discoteca.