L’arte? Risale all’uomo di Neanderthal. Si, l’uomo che ha inventato i primi arnesi che ci hanno permesso di diventare quel che siamo,l’uomo rozzo, cavernicolo, privo di espressioni e di punti di vista astratti, ma pare proprio che ci siamo sempre sbagliati a considerarlo tale. All’interno della grotta di Gorham, Gibilterra, è stata trovata un’incisione che può essere definita come la madre dell’arte astratta, uno dei primissimi segni di arte nella storia del Pianeta. La scoperta è stata prontamente pubblicata sulla rivista dell’Accademia delle Scienze American Pnas, ad opera dell’Università spagnola di Huelva, in particolare da parte del team guidato da Joaquin Rodriguez-Vidal.
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Di cosa parla l’opera ritrovata a Gibilterra?
In cosa consiste questa presunta opera di arte astratta? In una serie di semplici, anzi semplicissimi, solchi incisi nella roccia, segni che si intersecano quasi tutti. Questi segni sono lunghi una quindicina di centimetri, alcuni anche venti, tutti profondi non più di 3-4 centimetri. Sembrerebbero segni tracciati quasi per caso, ma non è affatto così. I ricercatori hanno stabilito, previe accuratissime analisi, che i segni di questa prima opera d’arte astratta, sono stati lasciati con precisione chirurgica, in modo ripetuto, mediante l’utilizzo di una punta molto tagliente, forse una roccia robusta e resistente. Di cosa tratta però resta ancora un mistero….
Ma l’opera non era sconosciuta
Il “dipinto” d’arte astratta, composto da molteplici segni, era già conosciuto alla scienza. Diciamo che è stato riscoperto, dopo essere stato dimenticato, e dopo una prima datazione che voleva collocare quest’opera tra i 30.000 ed i 35.000 anni fa, è stato attribuito che un uomo appartenente alla serie dei Neanderthal, è stata eseguita tra i 150.000 ed i 50.000 anni fa, dunque con un’approssimazione che lascia molto molto a desiderare.
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