Molte le ipotesi formulate dai primi studiosi che hanno notato il fenomeno nel 1940, fino alla scorsa settimana quando è stato pubblicato un articolo su PLoS ONE. Un gruppo di scienziati ha osservato circa 60 massi tra il Dicembre 2013 e Gennaio 2014, tramite strumentazioni GPS, fotografie, telecamere di precisione e l’ausilio di una stazione meteo.
In contrapposizione alle ipotesi di forti venti che spostavano le pesanti rocce creando le vistose scie, precise osservazioni hanno invece rivelato che il movimento è generato da debolissimi venti 4-5 metri al secondo che fanno scivolare le rocce su un sottile strato di ghiaccio (da 3 a 6 mm) che si scioglie al sole in tarda mattinata. I massi vengono spinti così a una velcità di 2-5 metri al minuto su una superficie con scarsissimo attrito e una traiettoria disegnata dal leggero vento e lo scorrere dell’acqua sottostante.
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Affinché il fenomeno si presenti sono necessarie determinate condizioni climatiche che si presentano in particolare durante il periodo invernale.
La Playa si trova a circa 1100 metri sopra il livello del mare e le temperature durante la notte possono precipitare sotto lo zero, l’acqua piovana raccolta sulla superficie del terreno si ghiaccia, le pietre si trovano automaticamente su uno scivolo naturale che deforma la superficie sottostante per il peso della pietra e lascia visibilmente una scia impressa nel terreno.
Di seguito il video che documenta l’esperimento, se volete vedere le pietre in azione andate al minuto 3:10